Proudly constructed by Luca Cimino


Siracusa e l’ora della rivalsa!

Siracusa è una città situata nella regione siciliana, nota per la sua storia antica e per la sua bellezza paesaggistica. Tuttavia, Siracusa non è solo una meta turistica, ma anche un importante centro industriale.

La zona industriale di Siracusa è una delle più importanti della Sicilia, con una vasta gamma di aziende operanti in diverse settori, come l’edilizia, il tessile, la meccanica, l’alimentare e il chimico. Inoltre, Siracusa ospita anche una serie di centri di formazione professionale e di ricerca tecnologica, che rappresentano un’importante risorsa per il tessuto economico della città.

Un altro elemento di forza dell’economia di Siracusa è il suo impegno nella transizione energetica. Negli ultimi anni, infatti, la città ha sviluppato una serie di progetti di switch energetico, al fine di promuovere l’utilizzo di fonti rinnovabili e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. In particolare, Siracusa sta investendo in eolico e fotovoltaico, ma anche in tecnologie innovative come l’idrogeno, che può essere utilizzato come carburante per la produzione di energia.

Siracusa è una città dinamica e all’avanguardia, che si sta impegnando per diventare sempre più sostenibile e competitiva a livello industriale. La sua zona industriale, la formazione professionale e la ricerca tecnologica rappresentano elementi fondamentali per lo sviluppo economico della città, mentre il suo impegno nella transizione energetica costituisce un vantaggio competitivo per il futuro.

L’industria siracusana è stata per anni una delle più importanti del Sud Italia, grazie alla sua posizione strategica nel Mediterraneo e alla sua vocazione per l’innovazione. In particolare, la transazione energetica è uno dei settori in cui la Sicilia può giocare un ruolo chiave nel futuro dell’umanità.

La posizione della Sicilia nel Mediterraneo la rende una delle regioni più adatte allo sfruttamento delle fonti rinnovabili, come il sole e il vento. Inoltre, la sua vicinanza al Nord Africa la rende un punto di transito ideale per l’importazione di energia pulita da queste regioni.

Investire in nuove tecnologie come l’idrogeno, l’assorbimento di CO2, le benzine sintetiche e il bioetanolo può contribuire a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e a combattere il cambiamento climatico. L’idrogeno, ad esempio, può essere prodotto a partire da fonti rinnovabili e utilizzato come carburante per veicoli a celle a combustibile, mentre l’assorbimento di CO2 può essere utilizzato per rimuovere il gas serra dall’atmosfera.

Le benzine sintetiche e il bioetanolo, invece, possono essere prodotte a partire da fonti rinnovabili come la biomassa e utilizzate come carburanti per i veicoli a benzina.

Inoltre, l’industria siracusana può contribuire alla creazione di una rete di infrastrutture per la distribuzione di energia pulita in tutta la regione, rendendo la Sicilia un modello per il resto d’Italia e per il resto del mondo.

L’investimento in nuove tecnologie per la transazione energetica è fondamentale per il futuro dell’umanità e la Sicilia può giocare un ruolo chiave in questo processo. La regione, infatti, può sfruttare la sua posizione strategica e la sua vocazione per l’innovazione per diventare una delle principali produttrici di energia pulita nel Mediterraneo.

Le possibilità sono molte, idrogeno, bioetanolo, biometano, benzine sintetiche.

Ci sono diversi modi per produrre idrogeno a Priolo Gargallo utilizzando gli impianti esistenti di Lukoil, Enel e Airliquid. Uno dei modi più efficienti dal punto di vista economico e ambientale potrebbe essere quello di integrare gli impianti esistenti in modo da ottimizzare i costi e la produzione di idrogeno.

Un modo per produrre idrogeno potrebbe essere quello di utilizzare l’energia elettrica prodotta dai pannelli solari presenti nella zona per elettrolizzare l’acqua, ottenendo così idrogeno e ossigeno. L’idrogeno ottenuto potrebbe poi essere utilizzato per abbassare i livelli di CO2 degli impianti esistenti, ad esempio mediante la tecnologia delle celle a combustibile, che permette di trasformare l’idrogeno in energia elettrica pulita.

Inoltre, l’idrogeno prodotto potrebbe essere utilizzato per creare distributori per veicoli a idrogeno, che sono sempre più diffusi in tutto il mondo come alternativa ai veicoli a combustibili fossili. L’idrogeno può anche essere utilizzato per produrre benzine sintetiche, che possono essere utilizzate come carburanti per i veicoli a benzina.

Inoltre, l’impianto di produzione di idrogeno potrebbe essere integrato con gli impianti di Enel e Lukoil per sfruttare al meglio le risorse energetiche presenti nella zona e ottenere una produzione di idrogeno più efficiente dal punto di vista economico e ambientale.

Si potrebbe pensare di convertire impianti esistenti. Trasformare un impianto dismesso in un impianto per la produzione di idrogeno richiede una serie di passaggi tecnici, burocratici e logistici. Ecco una panoramica degli step principali:

  1. Analisi del sito: la prima cosa da fare è effettuare un’analisi del sito per verificare se sia adeguato per ospitare un impianto per la produzione di idrogeno. In particolare, è necessario verificare che il sito sia accessibile e che non presenti rischi per la sicurezza o per l’ambiente.
  2. Studi di fattibilità: successivamente, è necessario effettuare degli studi di fattibilità per valutare la viabilità economica e tecnica del progetto. In questa fase, è importante considerare anche gli eventuali investimenti necessari per adeguare l’impianto esistente alle nuove esigenze.
  3. Autorizzazioni: una volta che il progetto è stato valutato come fattibile, è necessario ottenere le autorizzazioni necessarie per procedere con la trasformazione dell’impianto. In particolare, potrebbero essere necessarie autorizzazioni da parte delle autorità locali, regionali o nazionali, a seconda delle dimensioni e della tipologia dell’impianto.
  4. Adeguamento dell’impianto: una volta ottenute le autorizzazioni, si può procedere con gli adeguamenti necessari all’impianto per renderlo idoneo alla produzione di idrogeno. In questa fase, potrebbe essere necessario installare nuove apparecchiature o modificare quelle esistenti per rendere l’impianto conforme alle normative e alle specifiche tecniche richieste.
  5. Formazione del personale: prima dell’avvio dell’impianto, è importante formare il personale che sarà impegnato nella produzione di idrogeno, in modo da garantire la sicurezza e l’efficienza del processo.
  6. Avvio dell’impianto: una volta completate tutte le operazioni precedenti, si può procedere con l’avvio dell’impianto, che inizierà a produrre idrogeno secondo le modalità previste dal progetto.
  7. Manutenzione e monitoraggio: è importante prevedere un piano di manutenzione periodico dell’impianto, al fine di garantirne il corretto funzionamento e l’efficienza. Inoltre, è necessario monitorare l’impianto per verificarne le prestazioni e per intervenire tempestivamente in caso di anomalie o problemi.

Ma i problemi sono tanti per la Sicilia, e dove altri vedono problemi io sto volendo vedere opportuna di sviluppo e di crescita comune.

Per costruire un impianto che liberi le discariche siciliane dal sovraccarico ad esempio e ricicli i materiali, è necessario seguire alcuni passi:

  1. Analizzare i tipi di rifiuti presenti nella discarica: è importante conoscere la composizione dei rifiuti presenti nella discarica per capire quali materiali possono essere riciclati e come procedere con il loro trattamento.
  2. Selezionare i materiali riciclabili: una volta identificati i materiali che possono essere riciclati, è necessario separarli dai rifiuti non riciclabili. Ciò può essere fatto manualmente o attraverso l’utilizzo di macchinari specifici.
  3. Trattare i materiali riciclabili: una volta separati i materiali riciclabili, è necessario trattarli in modo da ottenere materiale di qualità adeguato per il loro successivo utilizzo. Ad esempio, il vetro può essere triturato e fuso per essere utilizzato nuovamente, mentre la carta può essere triturata e ricomposta per produrre nuova carta.
  4. Valorizzare i materiali riciclati: una volta trattati i materiali riciclabili, è importante valorizzarli, ad esempio vendendoli a imprese che li utilizzeranno come materia prima.
  5. Gestire i rifiuti non riciclabili: i rifiuti non riciclabili devono essere gestiti in modo sostenibile, ad esempio attraverso il trattamento termico o il recupero di materiali preziosi.

In conclusione, per costruire un impianto che liberi le discariche siciliane dal sovraccarico e ricicli i materiali è necessario analizzare i tipi di rifiuti presenti, selezionare i materiali riciclabili, trattarli e valorizzarli, e gestire in modo sostenibile i rifiuti non riciclabili.

Il rifiuto denominato “19 12 12” è un tipo di rifiuto che appartiene alla categoria dei rifiuti non pericolosi e che può essere riciclato.

Per ricavare materiale riciclabile dal rifiuto “19 12 12”, è necessario prima separare i diversi tipi di materiali presenti. Ciò può essere fatto manualmente o attraverso l’utilizzo di macchinari specifici. Ad esempio, il vetro può essere separato dalla carta mediante l’utilizzo di macchinari che separano i materiali in base al loro peso specifico.

Una volta separati i diversi tipi di materiali, è possibile procedere con il loro riciclaggio. Ad esempio, il vetro può essere triturato e fuso per essere utilizzato nuovamente, mentre la carta può essere triturata e ricomposta per produrre nuova carta.

Inoltre, è importante ricordare che non tutti i materiali presenti nel rifiuto “19 12 12” possono essere riciclati. Ad esempio, i materiali contaminati o danneggiati potrebbero non essere adatti al riciclaggio. Pertanto, è importante separare accuratamente i materiali prima di procedere con il loro riciclaggio.

In conclusione, il rifiuto “19 12 12” può essere riciclato separando i diversi tipi di materiali presenti e riciclando quelli adatti al riciclaggio. Tuttavia, è importante separare accuratamente i materiali prima di procedere con il loro riciclaggio per assicurare che il materiale riciclato sia di buona qualità.

La realizzazione di un impianto ad hoc permetterebbe la normale digestione dei rifiuti accumulati entro qualche decennio, riportando a nuova vita tonnellate e tonnellate di materia prima. Arricchendo il processo di economie circolari e favorendo la crescita del tessuto economico locale.

Ed infine bisogna pensare ad un sistema che riduca le tonnellate di residui di tali processo, ad esempio attraverso un termovalorizzatore di ultima generazione.

I termovalorizzatori sono impianti che producono energia elettrica e/o termica a partire dalla combustione di rifiuti. Possono essere una soluzione ai problemi attuali della Sicilia in termini di costi energetici elevati e emergenza rifiuti, ma presentano anche alcune criticità.

Innanzitutto, i termovalorizzatori possono contribuire a ridurre la quantità di rifiuti prodotti, in quanto permettono di recuperare parte dell’energia contenuta nei rifiuti attraverso la combustione. In questo modo, è possibile sostituire parzialmente il combustibile fossile utilizzato per la produzione di energia elettrica e/o termica, riducendo i costi energetici.

Tuttavia, i termovalorizzatori possono anche contribuire all’emissione di sostanze inquinanti, come i gas a effetto serra, le particelle fini e gli ossidi di azoto. Pertanto, è importante che siano progettati e gestiti in modo da ridurre al minimo le emissioni inquinanti.

Inoltre, i termovalorizzatori richiedono una fonte costante di rifiuti da bruciare, il che potrebbe incoraggiare la produzione di rifiuti anziché il loro riciclo. Pertanto, è importante che siano utilizzati in combinazione con altre strategie per la gestione dei rifiuti, come il riciclo e il recupero dei materiali.

In conclusione, i termovalorizzatori possono essere una soluzione ai problemi attuali della Sicilia in termini di costi energetici elevati e emergenza rifiuti, ma è importante che siano progettati e gestiti in modo sostenibile per minimizzare le emissioni inquinanti e promuovere il riciclo dei rifiuti.

Bisogna tornare a parlare di bonifiche e bisogna farlo a gran voce attraverso lo sviluppo di progetti concreti e sostenibili. Esistono diverse tecnologie per depurare i terreni inquinati, a seconda del tipo di inquinamento presente. Ecco alcune delle principali:

  1. Fitodepurazione: consiste nell’utilizzo di piante e altri organismi viventi per assorbire e/o degradare le sostanze inquinanti presenti nel terreno. Ad esempio, alcune piante possono assorbire metalli pesanti come il piombo e il cadmio, mentre altre possono degradare composti organici come idrocarburi e pesticidi.
  2. Biostimolazione: consiste nell’aggiunta di nutrienti e/o microrganismi al terreno per stimolare la crescita di specie vegetali in grado di assorbire o degradare le sostanze inquinanti.
  3. Fitoremediation: consiste nell’utilizzo di piante e altri organismi viventi per rimuovere le sostanze inquinanti dal terreno mediante processi biologici. Ad esempio, alcune piante possono assorbire metalli pesanti attraverso le radici e trasportarli verso le foglie, dove possono essere rimossi mediante la raccolta.
  4. Barriere chimiche: consiste nell’utilizzo di sostanze chimiche per impedire la diffusione delle sostanze inquinanti nel terreno e nell’acqua sotterranea.

In fine è possibile utilizzare i vegetali presenti per produrre bioetanolo attraverso il processo di fermentazione. Il bioetanolo può essere ottenuto da diverse fonti di biomassa, come cereali, barbabietole da zucchero, patate e mais.

Per produrre bioetanolo, i vegetali vengono triturati e sottoposti a processi di estrazione e fermentazione per trasformare gli zuccheri presenti in etanolo. L’etanolo ottenuto viene poi purificato e diluito per ottenere il bioetanolo finale.

Per fare diventare Siracusa la vetrina internazionale della ricerca e dello sviluppo, una possibile soluzione potrebbe essere l’organizzazione di una gara tra inventori, che metta al centro del dibattito le tematiche delle economie circolari e del switch energetico. Ecco alcune idee per strutturare l’evento:

  1. Definire il tema della gara: il primo passo è definire il tema della gara, ovvero l’ambito entro cui gli inventori dovranno proporre le loro soluzioni. In questo caso, si potrebbe scegliere di concentrarsi sulle economie circolari e sul switch energetico, due tematiche di grande attualità e rilevanza sia a livello nazionale che internazionale.
  2. Selezionare gli inventori: successivamente, sarà necessario selezionare gli inventori che parteciperanno alla gara. Si potrebbero coinvolgere inventori provenienti da diverse parti del mondo, anche attraverso una fase di call for ideas.
  3. Coinvolgere imprenditori, scuole ed università: per rendere la gara ancora più interessante e coinvolgente, si potrebbero coinvolgere imprenditori, scuole ed università nella valutazione delle soluzioni proposte. In questo modo, si potrebbe creare una rete di collaborazione tra le diverse realtà presenti sul territorio, favorendo lo sviluppo di nuove opportunità di lavoro e di business.
  4. Promuovere l’evento: per fare in modo che la gara diventi una vetrina internazionale, sarà necessario promuovere l’evento a livello nazionale e internazionale, attraverso diverse strategie di comunicazione, come la diffusione di comunicati stampa, la creazione di un sito web dedicato e la partecipazione a fiere e manifestazioni di settore.
  5. Premiare i vincitori: infine, sarà importante premiare i vincitori della gara, assegnando loro dei riconoscimenti o dei finanziamenti per sostenere lo sviluppo delle loro soluzioni. In questo modo, si potrebbero incentivare gli inventori a continuare a lavorare su nuove idee innovative, favorendo lo sviluppo di nuove tecnologie e di nuove opportunità di business.

Per fare diventare Siracusa una vetrina per le auto elettriche ed a idrogeno, una possibile soluzione potrebbe essere quella di instaurare una collaborazione con i produttori di autoveicoli elettrici. Ecco alcune idee per promuovere queste tecnologie sul territorio:

  1. Organizzare presentazioni ufficiali: un modo per promuovere le auto elettriche ed a idrogeno a Siracusa potrebbe essere quello di organizzare delle presentazioni ufficiali di questi veicoli in luoghi di grande visibilità, come ad esempio il duomo di Siracusa. In questo modo, si potrebbe attirare l’attenzione dei media e della popolazione locale su queste tecnologie.
  2. Ricualificare l’autodromo di Siracusa: un’altra opportunità potrebbe essere quella di ricualificare l’autodromo di Siracusa per renderlo adeguato alle esigenze delle auto elettriche ed a idrogeno. In questo modo, si potrebbe creare un polo di attrazione per questi veicoli, attraendo anche l’interesse di produttori e di appassionati di motori.
  3. Creare infrastrutture di ricarica: per favorire l’adozione delle auto elettriche ed a idrogeno, sarà necessario creare delle infrastrutture di ricarica adeguate. In questo modo, si potrebbe rendere più facile per i proprietari di questi veicoli muoversi liberamente sul territorio.
  4. Promuovere incentivi per l’acquisto: infine, potrebbe essere utile promuovere incentivi per l’acquisto di auto elettriche ed a idrogeno, come ad esempio detrazioni fiscali o agevolazioni sui parcheggi e zone traffico limitato

Per tutti questi motivi Siracusa deve diventare il fulcro dello switch energetico nel mediterraneo! Ne abbiamo l’obbligo morale nei confronti delle generazioni future!

Servono idee, serve coraggio!

Luca Cimino 06/01/2023



Ultimi articoli

Translate »
0
Would love your thoughts, please comment.x
()
x